In un mondo sempre più connesso e digitale (la dipendenza da social tra gli effetti negativi più importanti su bambini e adolescenti), il cyberbullismo rappresenta una delle minacce più diffuse tra i giovani. La violenza online può assumere diverse forme, dalle offese sui social network alla diffusione di immagini o video compromettenti, e colpisce indiscriminatamente persone di ogni età, sesso e provenienza.
Il fenomeno è stato definito come una vera e propria piaga sociale, in grado di causare danni emotivi e psicologici irreparabili nelle vittime. Ma cosa significa esattamente cyberbullismo? Quali sono le sue caratteristiche e come prevenirlo? In questo articolo, cercheremo di rispondere a queste e altre domande, analizzando il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue sfaccettature.
La definizione legale di cyberbullismo
La legge “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, in vigore dal 18 giugno 2017, definisce il cyberbullismo come ogni forma di violenza telematica rivolta a minorenni, che può assumere diverse forme, tra cui pressioni, aggressioni, molestie, ricatti, ingiurie, diffamazioni, furto di identità, manipolazione e utilizzo illecito di dati personali.
La diffusione di contenuti on-line che prendono di mira un minore o un gruppo di minori, con l’intento deliberato di isolare, danneggiare o ridicolizzare, rientra nella definizione di cyberbullismo. La legge prevede misure preventive ed educative da attuare non solo nell’ambito scolastico, ma anche al di fuori di esso, che coinvolgono tutti i minori, indipendentemente dal ruolo che hanno avuto nell’episodio.
Quali sono le caratteristiche del cyberbullismo?
Il cyberbullismo presenta diverse caratteristiche specifiche, tra cui la pervasività, poiché il bullo è sempre presente sulle varie tecnologie utilizzate, l’anonimato, che rende difficile identificare l’autore dell’aggressione, la volontarietà dell’aggressione, che non sempre è mirata e può sfociare in atti persecutori non voluti, nonché l’ampiezza di portata, poiché i messaggi e i materiali inviati possono essere trasmessi e amplificati al di fuori della cerchia dei conoscenti.
Nel cyberbullismo, si attivano meccanismi di disimpegno morale, come la minimizzazione e la diffusione della responsabilità, che giustificano o minimizzano le azioni compiute. Inoltre, il fenomeno del cyberbullismo è caratterizzato dalla possibilità di amplificare le proprie imprese e di ottenere apprezzamenti da una vasta platea, creando un falso senso di leadership.
Un’altra caratteristica peculiare del cyberbullismo è la mancanza di contatto diretto tra aggressore e vittima, poiché il bullo agisce dietro un nickname, creando una mancanza di visibilità e rendendo difficile percepire le conseguenze delle proprie azioni. In aggiunta, il cyberbullo non ha un riscontro immediato e concreto degli effetti della sua azione sulla vittima, non potendo osservare personalmente il dolore e le conseguenze provocati dalla sua condotta.
Cyberbullismo: la crescita in Italia è allarmante
Non è necessario essere esperti di navigazione in rete per imbattersi in video di bullismo online, che mostrano professori umiliati, persone disabili picchiate o ragazze riprese in situazioni intime senza il loro consenso. Nel mondo scolastico, in particolare, si è registrata una crescita di episodi di bullismo omofobico, che coinvolge sia ragazzi che ragazze.
Secondo una ricerca condotta da Save The Children, il 30% dei giovani è testimone di comportamenti violenti online, e il 72% degli adolescenti ritiene che il cyberbullismo sia il fenomeno sociale più pericoloso del momento. Il numero delle vittime di violenza e minacce sui social network, via mail e altre piattaforme online, sarebbe in costante aumento, e spesso gli episodi di cyberbullismo sono scatenati da motivi banali, come l’aspetto fisico, l’orientamento sessuale, le relazioni amorose o la diversità di pensiero.
Le conseguenze dell’umiliazione pubblica sono gravi, tra cui isolamento sociale (65% dei giovani intervistati), rifiuto della scuola (50%) e depressione (48%). Attualmente, il 34% dei casi di bullismo è online, favorito dall’anonimato e dalla presunta sicurezza che si prova nel nascondersi dietro lo schermo del computer. Tuttavia, le conseguenze sono devastanti, in quanto le foto, i messaggi di chat o gli sms possono essere visti da un pubblico ampio, etichettando e umiliando le vittime del cyberbullismo.